RECENSIONE La ragazza con l'orecchino di perla
di Tracy CHEVALIER
Intorno al 1665, nel suo atelier della città olandese di Delft, il pittore Jan Vermeer dà alla luce il misterioso dipinto conosciuto con il nome de "La ragazza col turbante" o "La ragazza con l'orecchino di perla".
Di questo dipinto si può ammirare ancora oggi la bellezza, ma non se ne sa nulla sulla storia, sulle circostanze della creazione né sull'identità della ragazza raffigurata.
È forse proprio per questo che negli ultimi anni si è voluto rendere omaggio all'opera, provando a ricostruire con la fantasia la storia della sua realizzazione.
Inizialmente è stata l'italiana Marta Morazzoni a scrivere un libro sul tema: "La ragazza col turbante" pubblicato nel 1986. In seguito Tracy Chevalier ha firmato "La ragazza con l'orecchino di perla" nel 1999 dal quale è stato tratto un fortunato film nel 2003 con Scarlett Johansson e Colin Firth.
Leggendo il libro della scrittrice statunitense si entra veramente nella tela del Vermeer e seppur seguendo delle vicende immaginarie, ci si cala perfettamente nell'atmosfera dell'epoca grazie all'abilità narrativa dell'autrice.
La protagonista del romanzo si chiama Griet e ha solo 16 anni quando viene assunta come domestica dal celebre pittore Vermeer. Da quando il padre della giovane ha perso la vista in un incidente, nella fabbrica di piastrelle dove lavorava, per la sua famiglia è difficile anche solo mettere in tavola una zuppa calda.
Per questo motivo il primo ad andarsene di casa è Frans, il fratello maggiore di Griet che viene preso come apprendista di un'altra fabbrica di piastrelle.
Poco dopo è il turno di Griet che malvolentieri inizia a lavorare al servizio della grande famiglia del pittore.
Ogni domenica può a tornare a casa per trascorrere un po' di tempo con i genitori e la sorella minore Agnes, nonostante ciò, non sarà mai facile per lei lavorare per una famiglia che non è la sua.
Inoltre, sebbene le due famiglie abitino nella stessa città, a dividerle profondamente è sia la religione diversa (Griet è protestante mentre la famiglia del pittore cattolica), sia la loro situazione economica che pone Griet in una situazione di svantaggio.
Dapprima i suoi compiti sono: occuparsi della biancheria, della spesa al mercato e dei 5 figli dei padroni, ma piano piano riuscirà a ottenere la fiducia del pittore che gli chiederà di fargli da assistente, con grande gioia di Griet e grande pena della moglie di Vermeer. Tra i due infatti c'è sempre stata una sorta di intesa, un interesse camuffato che inevitabilmente infastidisce la moglie ma che permette a Griet di sopportare il duro lavoro.
Oltre a questo, le giornate della ragazza sono movimentate dall'interesse che hanno per lei il figlio del macellaio che vorrebbe sposarla, e un ricco amico del pittore che invece vorrebbe approfittare di lei.
Ma come farà una domestica ad apparire come la protagonista di un quadro così importante? È questo che ci racconta la Chevalier ed è qui che il carattere di Griet viene fuori con una forza e un coraggio fuori dal comune.
Anche tutti gli altri personaggi sono trattati con la massima attenzione dall'autrice che si dedica magistralmente alla loro descrizione e a quella dell'ambientazione olandese.
Una veduta di Delft realizzata dal pittore Vermeer, è una città conosciuta ancora oggi per le bellissime maioliche decorate con il tipico colore blu.
La ragazza con l'orecchino di perla
1665-1666
44,5 x 39 cm
olio su tela
Mauritshuis, L'Aia