Tradizioni salentine. FESTA DELLA MADONNA DELL'AIUTO - Torre S.Giovanni
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"Quel giorno tutto il paese era in fermento: luci, dolci all'impasto, profumi, danze e fuochi d'artificio... Venite avanti signori e signore... Tamburellisti al ritmo d'un morso di ragno, moltitudine festante... Altro giro gente sull'otto-volante... Palloni gonfiati a elio a cercare il cielo e lampare galleggianti fino all'orizzonte, semi di zucca rosicchiati e bambini incollati a stecchi di zucchero filati.
C'è anche la banda di paese.
Suona di valzer del Danubio. Davanti al mare."*
La Madonna dell'Aiuto, secondo la tradizione, è la protettrice dei pescatori, dei contadini e dei turisti.
E' anche la patrona di Torre S.Giovanni, e da tempo immemore nella splendida marina di Ugento, in provincia di Lecce, il secondo weekend di agosto è dedicato alla sua celebrazione.
La festa è nata moltissimi anni fa, dalla volontà dei pescatori che sulle barchette a remi seguivano la tonnara sulla quale era stata fissata la statua della Madonna.
Si è poi trasformata in una suggestiva tradizione, che le associazioni locali si impegnano a tramandare e che i turisti amano seguire con ammirazione e curiosità.
Sabato 9 e domenica 10 agosto quindi, Torre S.Giovanni ha accolto milioni di persone, che complice il bel tempo e una sfavillante luna piena, hanno gioito per mare e per terra.
I festeggiamenti iniziano il sabato sera con una coinvolgente processione a piedi, abbellita da fiori, fuochi d'artificio e candele.
Ma il momento clou che aspettano tutti, è domenica pomeriggio quando al tramontare del sole, un peschereccio addobbato con palme e ghirlande, scivola placido nelle acque ugentine, con su la statua della Madonna e il sacerdote e i chierichetti in preghiera. Al seguito decine di barchette di fedeli fanno la gara della decorazione più bella.
Testimonianza:
<Sono anni che a sentire gli applausi mi commuovo. Facciamo un'ora di strada con tutta la famiglia, ci portiamo dei cuscini e ci sediamo sugli scogli a guardare la processione>.
Fiorella, 57 anni
Dopo la messa del vescovo in piazza, si dà il via alle danze. Il suono di un'incalzante musica tradizionale si spande dai tamburelli de I CALANTI: la pizzica salentina, da sempre sinonimo di esultanza.
Il bello di questa festa è il sentimento di unione e complicità che accomuna i presenti, che al di là delle fede religiosa si sentono parte di qualcosa di unico ed importante: la storia di un territorio.
Questa festa appartiene a coloro che ogni anno, tra mille difficoltà si impegnano ad organizzarla, ma anche a chi semplicemente accorre anno dopo anno a godersela.
E' questo l'esempio di un'armonia che lega un territorio, ed è nel passato che si trovano le premesse per il futuro.
Indiscrezioni:
Ci hanno raccontato che diversi anni fa, durante la processione per il mare (quella sera particolarmente agitato), la barca con l'orchestra al completo naufragò sotto gli sguardi stupefatti dei presenti.
Ogni componente era in acqua insieme a tutti gli strumenti ormai annacquati.
Per fortuna si salvarono tutti, ma da quell'anno la banda comunale rimane a terra ad aspettare la Madonna e se c'è mal tempo la processione viene rimandata.
*Brano tratto dal racconto <La musica affogata>, nel libro Ruggini e Testuggini di Fabio Greco. 2007, Roma, Il Filo s.r.l.