RECENSIONE Il cappotto e Il naso

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RECENSIONE IL CAPPOTTO E IL NASO 
DI Nikolaj GOGOL'

"Il naso rivolse un'occhiata al maggiore, aggrottando leggermente le ciglia.
-Equivocate, signor mio illustrissimo: io sono cosa a sĆ© stante. E per di piĆ¹ fra noi non puĆ² esservi alcun intimo rapporto. A giudicare dai bottoni della vostra uniforme, voi appartenete a un altro dicastero. - CiĆ² detto, il naso gli voltĆ² le spalle.
Kovalev perse completamente la tramontana, non sapeva piĆ¹ che cosa fare, e neppur cosa pensare."

Nikolaj Gogol', l'autore, ĆØ nato nel 1809 in Ucraina
Spostatosi a San Pietroburgo , inizia ad utilizzare degli pseudonimi per pubblicare dei racconti che non incontreranno mai il favore della critica dell'epoca.
In questi anni si sposta prima a Mosca e poi a Kiev dedicandosi alla stesura di opere teatrali, per iniziare poi una lunga serie di viaggi in tutta l'Europa e soprattutto a Roma.
La sua opera piĆ¹ famosa ĆØ il poema Anime Morte.

Il cappotto e Il naso ĆØ una raccolta di tre racconti gogoliani. Il primo, Il cappotto, mi ha completamente stregata impedendomi di abbandonare il caro Gogol appena scoperto! Narra le tristi avventure di un impiegato russo che vuole a tutti i costi un cappotto nuovo; senza perĆ² aver fatto i conti con la crudeltĆ  umana...
Il secondo racconto, Il naso, ĆØ uno splendido esempio di letteratura surreale in una San Pietroburgo magnificamente affrescata. Narra le imprevedibili peripezie di un maggiore che ha perso il naso! e che non mancherĆ  di farvi ridere di cuore.
L'ultimo racconto, Il calesse, ĆØ anche il piĆ¹ breve ed ĆØ la giusta chiusura di stile per la raccolta, ricordandomi a tratti l'ironia boccacciana.
Gogol scrive magistralmente della Russia a dei lettori del futuro. I suoi contemporanei infatti, non apprezzeranno mai la genialitƠ di questi racconti, perchƩ erano immersi nei loro costumi e credenze intoccabili.
La satira gogoliana spara senza eccezione di colpi, sulle figure piĆ¹ eminenti dell'amministrazione pietroburghese , ma in alcuni tratti parla direttamente al lettore, per stuzzicare in lui una visione piĆ¹ lucida della realtĆ .

Il cappotto e Il naso, mi ha insegnato che:

-ĆØ possibile farsi una bella risata anche con un bel libro ottocentesco;
-nell'800 i russi non sopportavano nƩ i francesi nƩ i tedeschi;
-le condizioni di vita in un palazzo pietroburghese, erano spesso squallide;
-potrebbe esserci un'altra valida concezione di canovaccio narrativo, diversa da quella che mi aspetto di solito;
-il lavoro del traduttore ĆØ importantissimo per la piacevolezza di un'opera letteraria straniera.

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