RECENSIONE Stupore e tremori di Amélie Nothomb

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RECENSIONE Stupore e tremori 
di Amélie Nothomb

Avevo conosciuto il genio letterario di Amélie Nothomb qualche anno fa, leggendo Né di Eva né di Adamo, che trovate recensito al link seguente: http://arghiroculture.blogspot.com/2016/02/recensione-ne-di-eva-ne-di-adamo.html.
Per questo motivo, quando ho trovato Stupore e tremori in una cassetta di scambio, che vanno di moda qui in Svizzera per dare e prendere libri gratuitamente, non ho esitato un attimo e l'ho portato con me. 

Si tratta di un romanzo autobiografico che la scrittrice belga ha pubblicato nel 1999 e per il quale ha ricevuto il Grand Prix du roman dell' Académie française

Nel libro, Amélie è una giovane donna con una laurea in filologia che decide di abitare e lavorare in Giappone per un periodo della sua vita. Grazie alle conoscenze linguistiche, viene assunta in un'importante azienda come interprete tirocinante.
Bisogna sapere che Amélie ha trascorso una parte della sua infanzia in Giappone e ha un legame sentimentale con il paese del Sol levante. Il suo sogno è diventare giapponese, o quanto meno essere accettata dai giapponesi come una di loro. 
Per questo cerca di assimilare il codice morale nippone e di sperimentarlo nella vita di tutti i giorni. Infatti, se c'è una cosa che i giapponesi proprio non sopportano degli occidentali e il nostro comportamento grossolano in tutti gli ambiti della vita. 

Amélie, per non essere additata come "la straniera" e invece integrarsi perfettamente nell'azienda che l'ha assunta, si sottopone a prove durissime che dovrebbero attaccare la sua dignità. I suoi superiori, in effetti, per diverse ragioni, non accettano né lei né la sua intelligenza e nei modi più disparati cercano di indurla a dare le dimissioni.
La nostra Amélie anche se ha un impiego, non ha un posto in questa azienda, e cerca tenacemente di resistere, di crearsi un varco per entrare nelle grazie dei superiori. 

In Stupore e tremori, la Nothomb racconta di quanto sia importante il lavoro in Giappone, al punto da diventare la loro ragione di vita. 
Crea inoltre, un accurato ritratto della donna giapponese, e più in generale del popolo giapponese. Tratteggia una denuncia alla loro condizione sociale (sfiancante e infelice) dato che tutti loro dovrebbero raggiungere la perfezione.

Ho trovato questo libro molto acuto. Mi ha dato la possibilità di riflettere sull'essere umano e su un Paese che non conosco molto bene. Nonostante la profondità di questa lettura, dovete immaginarvi una storia decisamente divertente e auto-ironica. La bravura della scrittrice (e della giovane donna) sta proprio nel non dare peso alle sue disavventure, ma utilizzarle come spunti di crescita.

Il caso ha voluto che iniziassi con i due libri della Nothomb ambientati in Giappone. Ora sono curiosa di scoprire se mi piacerà anche nelle sue vesti più occidentali. Consigli?

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2 commenti

  1. Le tue letture sono sempre stimolanti per me, mi cercherò questo romanzo per le vacanze

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