RECENSIONE Né di Eva né di Adamo
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RECENSIONE NÉ DI EVA NÉ DI ADAMO
di Amélie NOTHOMB
"Non ho mai capito perché gli piacesse tanto guardarmi mangiare, ma mi accinsi a farlo con gioia. E dire che c'è gente che uccide polpi quando si possono divorare cachi maturi! La loro polpa esaltata dal gelo aveva un sapore di sorbetto alle pietre preziose. La neve possiede uno strabiliante potere gastronomico: concentra i sapori sapidi e affina i gusti. Funziona come una cottura dalla delicatezza miracolosa."
L'autrice
Amélie Nothomb nasce in Belgio nel 1966, ma trascorre la sua infanzia in Giappone che rimarrà sempre un punto fisso nella sua vita.
Si trasferisce poi in Cina e successivamente negli Stati Uniti e nel Bangadlesh.
Si laurea in Filologia classica a Bruxelles e torna a Tokio dove trova lavoro come tradruttrice in una nota azienda giapponese. Questo però non le lascia altro che una brutta esperienza e dopo due anni, torna in Belgio e pubblica a soli 25 anni il libro "Igiene dell'assassino", acclamato da pubblico e critica per la sua argutezza.
D'allora dedica almeno 4 ore delle sue giornate a scrivere (solo con carta e penna), pubblicando per sua scelta, un libro all'anno. In questi libri, tutti tradotti in italiano, c'è molto della vita di Amélie che riesce a raccontarsi in maniera superba.
La scrittrice è conosciuta per i suoi originali modi di fare, a partire dalla sua passione per i cappelli particolari, per i vestiti neri e per lo champagne, e per finire con la sua correttezza verso i fan, ai quali risponde regolarmente e con i quali, a volte, instaura una fitta corrispondenza.
Il libro
Né di Eva né di Adamo, dal quale è stato tratto un film nel maggio scorso, è la mia prima lettura della Nothomb. Avevo sempre sentito parlare bene di lei, ma non mi aveva mai attratta abbastanza da comprare un suo libro.
L'episodio decisivo si è svolta il giorno di Natale, quando un sito di ebook che frequento ha regalato il file di questo libro: non potevo non approfittarne!
Ebbene, in questo modo ho potuto conoscere le coincidenze che hanno portato una giovanissima Amélie a diventare una scrittrice.
A 23 anni, ovvero la mia età oggi, Amélie arriva in Giappone, lasciandosi alle spalle il Belgio e l'amata sorella.
Per imparare il giapponese, non trova un'idea migliore che dare lezioni di francese, ed è così che conoscerà Rinri, il giovane che la porterà alla scoperta del Giappone.
Tra loro nasce una particolare storia d'amore, non del tutto corrisposta da Amélie che se ne dimentica quando lui si allontana, ma che riesce comunque ad apprezzare la gentilezza e la totale devozione che le vengono riservate.
Questo libro è denso di esperienze che la giovane scrittrice compie nei suoi due anni passati in Giappone, del quale si riesce a cogliere l'essenza attraverso le pagine.
In effetti, io che non conosco quasi per niente la cultura nipponica, sono riuscita ad immaginare profumi e sensazioni di una terra sicuramente affascinante.
Una terra che gioca un ruolo fondamentale nella personalità di Amélie, completamente rapita dai modi di dire e di fare orientali.
Quello che più ho apprezzato ne Né di Eva né di Adamo, è la totale sincerità della scrittrice nel raccontare con lucidità le sue emozioni.
Mi sono ritrovata molto spesso nei sentimenti della scrittrice, li ho sentiti miei e li ho riconosciuti benissimo.
La verità è che ho potuto capire bene la Nothomb perché mi sento molto simile a lei, almeno in questo particolare periodo della vita.
E mi riferisco al gusto e alla gioia di vivere che traspare dalle righe del racconto. Ci ho letto una grande intensità di sensazioni e i piccoli piaceri presi con serietà.
La capacità di commuoversi davanti ad uno spettacolo della natura, apprezzare ogni piccola esperienza, volersi inebriare di bellezza, l'ossessiva attenzione ai minimi cambiamenti che hanno luogo dentro di sé, la gioia esaltante della libertà, la passione per la letteratura e tutte le arti, sono tutte cose che conosco bene e che ho ritrovato nella giovane Amélie.
Il libro mi è parso di una leggerezza non comune, visti i temi affrontati, che riguardano soprattutto la crescita interiore.
Né di Eva né di Adamo, mi ha insegnato che:
-In Giappone quella sul clima è la forma di conversazione principale e obbligata;
-In giapponese tutto ciò che non è lavoro di chiama asobu, e comprende il concetto del dolce far niente che è di solito sconosciuto nella cultura orientale;
-Non potevo perdermi il talento del cantante francese Brassens;
-"Un desiderio è tanto più violento quando se ne ignora l'oggetto";
-I giapponesi hanno una profonda curiosità per tutti i fenomeni culturali stranieri;
-La bellezza della Rapsodia ungherese di Liszt è davvero senza tempo;
-Finora mi ero perso il gioco Pictionary, ma recuperare sarà un piacere;
-Non conoscevo lo scrittore francese Nerval;
-Esiste una religione dal nome Zoroastrismo.
Interessante intervista ad Amélie Nothomb a Le invasioni barbariche:
Si trasferisce poi in Cina e successivamente negli Stati Uniti e nel Bangadlesh.
Si laurea in Filologia classica a Bruxelles e torna a Tokio dove trova lavoro come tradruttrice in una nota azienda giapponese. Questo però non le lascia altro che una brutta esperienza e dopo due anni, torna in Belgio e pubblica a soli 25 anni il libro "Igiene dell'assassino", acclamato da pubblico e critica per la sua argutezza.
D'allora dedica almeno 4 ore delle sue giornate a scrivere (solo con carta e penna), pubblicando per sua scelta, un libro all'anno. In questi libri, tutti tradotti in italiano, c'è molto della vita di Amélie che riesce a raccontarsi in maniera superba.
La scrittrice è conosciuta per i suoi originali modi di fare, a partire dalla sua passione per i cappelli particolari, per i vestiti neri e per lo champagne, e per finire con la sua correttezza verso i fan, ai quali risponde regolarmente e con i quali, a volte, instaura una fitta corrispondenza.
Il libro
Né di Eva né di Adamo, dal quale è stato tratto un film nel maggio scorso, è la mia prima lettura della Nothomb. Avevo sempre sentito parlare bene di lei, ma non mi aveva mai attratta abbastanza da comprare un suo libro.
L'episodio decisivo si è svolta il giorno di Natale, quando un sito di ebook che frequento ha regalato il file di questo libro: non potevo non approfittarne!
Ebbene, in questo modo ho potuto conoscere le coincidenze che hanno portato una giovanissima Amélie a diventare una scrittrice.
A 23 anni, ovvero la mia età oggi, Amélie arriva in Giappone, lasciandosi alle spalle il Belgio e l'amata sorella.
Per imparare il giapponese, non trova un'idea migliore che dare lezioni di francese, ed è così che conoscerà Rinri, il giovane che la porterà alla scoperta del Giappone.
Tra loro nasce una particolare storia d'amore, non del tutto corrisposta da Amélie che se ne dimentica quando lui si allontana, ma che riesce comunque ad apprezzare la gentilezza e la totale devozione che le vengono riservate.
Questo libro è denso di esperienze che la giovane scrittrice compie nei suoi due anni passati in Giappone, del quale si riesce a cogliere l'essenza attraverso le pagine.
In effetti, io che non conosco quasi per niente la cultura nipponica, sono riuscita ad immaginare profumi e sensazioni di una terra sicuramente affascinante.
Una terra che gioca un ruolo fondamentale nella personalità di Amélie, completamente rapita dai modi di dire e di fare orientali.
Quello che più ho apprezzato ne Né di Eva né di Adamo, è la totale sincerità della scrittrice nel raccontare con lucidità le sue emozioni.
Mi sono ritrovata molto spesso nei sentimenti della scrittrice, li ho sentiti miei e li ho riconosciuti benissimo.
La verità è che ho potuto capire bene la Nothomb perché mi sento molto simile a lei, almeno in questo particolare periodo della vita.
E mi riferisco al gusto e alla gioia di vivere che traspare dalle righe del racconto. Ci ho letto una grande intensità di sensazioni e i piccoli piaceri presi con serietà.
La capacità di commuoversi davanti ad uno spettacolo della natura, apprezzare ogni piccola esperienza, volersi inebriare di bellezza, l'ossessiva attenzione ai minimi cambiamenti che hanno luogo dentro di sé, la gioia esaltante della libertà, la passione per la letteratura e tutte le arti, sono tutte cose che conosco bene e che ho ritrovato nella giovane Amélie.
Il libro mi è parso di una leggerezza non comune, visti i temi affrontati, che riguardano soprattutto la crescita interiore.
Né di Eva né di Adamo, mi ha insegnato che:
-In Giappone quella sul clima è la forma di conversazione principale e obbligata;
-In giapponese tutto ciò che non è lavoro di chiama asobu, e comprende il concetto del dolce far niente che è di solito sconosciuto nella cultura orientale;
-Non potevo perdermi il talento del cantante francese Brassens;
-"Un desiderio è tanto più violento quando se ne ignora l'oggetto";
-I giapponesi hanno una profonda curiosità per tutti i fenomeni culturali stranieri;
-La bellezza della Rapsodia ungherese di Liszt è davvero senza tempo;
-Finora mi ero perso il gioco Pictionary, ma recuperare sarà un piacere;
-Non conoscevo lo scrittore francese Nerval;
-Esiste una religione dal nome Zoroastrismo.
Interessante intervista ad Amélie Nothomb a Le invasioni barbariche:
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