LE AVVENTURE DI CUNSIJA - Il miele
15:41
IL MIELE
Cunsija ĆØ ora una giovane sposa e trascorre le lente giornate tra il duro lavoro nel magazzino del tabacco e i momenti di tranquillitĆ in famiglia.
Negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, Mussolini aveva stabilito una ricompensa in denaro per tutti coloro che si fossero sposati. 'Nciccu e Cunsija decidono quindi di andare a Lecce per riscuotere il loro premio.
Prima perĆ² sarebbero passati dal gerarca del paese per salutarlo.
Prima perĆ² sarebbero passati dal gerarca del paese per salutarlo.
Negli anni '30 ad Ugento, non si trovavano che frutta ed ortaggi selvatici.
Quindi Don Llau, ghiotto di mele, visti i giovani amici, ne approfitta per chiederne a 'Nciccu un chilo da Lecce.
Il giovane non ha problemi ad accettare, la sua sposa perĆ², Cunsija, ĆØ molto perplessa riguardo la richiesta del gerarca.
Come avrebbero potuto portare da Lecce un chilo di mele senza un contenitore adatto?
Ci pensa un po', ricordando la promessa fatta a 'Nciccu di non intervenire a casaccio, ma poi non puĆ² proprio resistere: <Don Llau ma tei signuria nu buccacciu pe lu mele?> (Don Llau, ha lei un vasetto per il miele?), chiede.
Il gerarca conosce bene la stravaganza della giovane Cunsija, ma questa non l'ha proprio capita!
<Consiglia, puoi usare una sporta. Se non ne hai, quella che vedi sulla credenza andrĆ benissimo>, le risponde.
Cunsija ĆØ ancora piĆ¹ confusa: <E poi nnu se n'esse u mele ta sporta?> (E poi il miele non esce dalla sporta?), domanda.
Don Llau non puĆ² credere alle sue orecchie: <Consiglia, mele ho detto, mele>.
<Ca ieu mele sta dicu!> (Che io miele intendo!), puntualizza Cunsija.
A questo punto 'Nciccu ĆØ esasperato: <Cunsija e mele, e mele> urla, unendo le dita delle mani a cerchio per far capire all'ingenua Cunsija che si tratta del frutto e non del miele!
Nessuno puĆ² piĆ¹ trattenere le risate e Cunsija accenna delle scuse un po' imbarazzate.
Dopo aver preso la sporta di Don Llau, i due giovani salutano il gerarca e partono alla volta di Lecce.
SarĆ un viaggio di due ore su un treno spartano e affollato, ma questa ĆØ un'altra storia!
(Il malinteso su cui si basa il racconto, ĆØ causato dall'omonimia, nel dialetto salentino, del miele e delle mele.
Ecco cosa aveva confuso la nostra Cunsija, abituata ad un linguaggio semplice e casereccio).
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