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Maggio dei libri 2020 - La ragazza della musica

08:00


Maggio dei libri 2020 - 
La ragazza della musica 
di Carlo Cavazzuti - 
Intervista all'autore

Cari lettori, eccoci ad un nuovo appuntamento con il Maggio dei libri 2020.
Oggi vi presento un libro particolare, La ragazza della musica scritto da Carlo Cavazzuti e pubblicato da LUPIEDITORE il mese scorso.


Trama del libro

Diana è una ragazza di sedici anni che è vittima di una condizione schizoide della personalità con problemi di anaffettività.
Abbandonata in tenera età dalla madre che le usava violenza, ha sviluppato tale sindrome ed è dalla più giovane infanzia in cura da diversi medici e sotto il controllo della neuropsichiatria infantile.
Assieme al padre, per questioni di lavoro di questi, si trasferisce da Mantova a Formigine, un piccolo comune poco distante da Modena.    
Poco prima del trasferimento il medico di Diana le propone un nuovo sistema per tentare di farle percepire le emozioni e per intuire quelle che gli altri dovrebbero provare interagendo con lei: tramite un auricolare chi parlerà con lei potrà scegliere un brano da una playlist definita ed inviarglielo; lei, tramite la musica dovrebbe allinearsi alle emozioni che essa trasmette. Assieme a ciò Diana deve tenere un diario in cui annotare le emozioni che andrà percependo.  


Intervista all'autore

1. Come hai avuto l'idea di scrivere La ragazza della musica?

L’idea nasce anni fa durante un esercizio di stile in un master per sceneggiatori che frequentai. Era un esercizio sulla plot line da cui venne l’idea di base di una persona che non riuscendo a comunicare le sue emozioni usa per questo la musica. Io la sviluppai in un soggetto e di seguito in una sceneggiatura per un cortometraggio che sarebbe durato all'incirca trenta minuti. Per vari problemi non da me dipendenti, non ultimo il costo esorbitante che avrebbe avuto acquisire i diritti per la colonna sonora, già trovata la troupe, le location e gli attori non si è riusciti a battere nemmeno il primo ciak. Anni dopo, quando avevo già pubblicato Jean, mio romanzo d’esordio, ripresi in mano questo lavoro e visto che mi dispiaceva lasciarlo ad ammuffire, lo feci diventare un libro.
Possiamo dire che è diventato un piccolo romanzo di formazione sotto forma del diario personale della protagonista.

2. Quali difficoltà hai superato durante la stesura del libro?

Come per ogni mio libro la ricerca. Prima di aprire la prima volta il file di scrittura passo mesi in fase di ricerca: studio molto la materia, consulto esperti del campo e se posso testo di persona tutto ciò che mi è possibile perché si può scrivere bene solo di ciò che bene si conosce. In questo caso la neuropsichiatria infantile e adolescenziale. Qualche mese lo impiegai già per la sceneggiatura e almeno un altro paio per il libro.
La ragazza della musica è un testo particolare, doveva essere messo per immagini e musica, per l’appunto, come film. Di solito si passa dal libro alla pellicola, per questo è stato l’opposto. Il primo grosso scoglio è stato scrivere di emozioni immedesimandosi in una persona che di emozioni non ne prova per una sua condizione clinica. La macchina da presa, gli attori e la colonna sonora in questo fanno miracoli, trasportare tutto ciò solo nella parola scritta è stato un poco complesso. L’idea che poi si è rivelata giusta me l’ha data un caro amico anche lui autore pubblicato. Usare i colori e la grafica. In effetti La ragazza della musica è un testo in cui la parte grafica è tutt'uno con la narrazione stessa e non ne può esserne esclusa. Proposto in un altro carattere e in bianco e nero non sarebbe lo stesso libro. Addirittura sviluppai un paio di prove grafiche perché la pagina scritta e la copertina sembrasse parte di un diario scolastico con tanto di orario delle lezioni, note sui compiti a casa, interrogazioni, giustificazioni e via discorrendo, ma a livello puramente editoriale era davvero troppo dispendioso realizzarlo così. Anche il carattere utilizzato non è scelto a caso, esattamente come i colori usati che sono stati scelti in base alla grafologia e alle teorie psicologiche sull'immagine di Rudolf Harneim.
3. Cosa ha significato per te la pubblicazione del tuo romanzo?

Una casa editrice a cui venne sottoposto La ragazza della musica disse che per un uomo come me, più vicino ai quaranta che i trenta, era impossibile scrivere di una donna adolescente con problemi psicologici e che il libro non lo avrebbe mai voluto nessuno. Spero che si pentiranno amaramente di questa loro scelta rispondendo “Memento audere semper!”.
Tengo davvero a questo libro per tanti motivi e trovare, dopo più di un anno di ricerca, qualcuno che avesse l’ardire di pubblicarlo nonostante i problemi legati al colore e alla grafica non è stata cosa da poco.
Sicuramente sono felice per la sua pubblicazione, ma spero davvero in una diffusione ampia. Non tanto per un discorso puramente economico, che male mai non fa, quanto perché è un libro scritto con uno scopo, con la vecchia morale per così dire.  
Terrei davvero tanto che arrivasse alle persone giuste. Spero che arrivi nelle mani degli studenti dell’età della protagonista, quelle dei loro genitori, tra quelle degli insegnati delle loro classi e tra quelle dei loro insegnanti di sostegno se malauguratamente ce ne fosse bisogno.

4. Dov'è ambientata la storia e in quale epoca?

La ragazza della musica si svolge tutto ai giorni nostri nell'intervallo di tempo di un anno scolastico circa, per la precisione dal 10 agosto al 30 giugno seguente.
Oserei dire che è ambientato tutto nella testa della protagonista, ma se vogliamo dare una connotazione geografica agli avvenimenti possiamo dire che si svolge tra Modena, Formigine (un paese in provincia di Modena) e Mantova, con una breve puntata a Sirmione. Il grosso dell’azione avviene a scuola, in casa della protagonista e per le strade e i parchi di Modena. In realtà potrebbe essere ambientato in qualsiasi città, in una qualunque scuola superiore perché tutto è dentro la mente di Diana, la protagonista.

5. Qual è il tuo personaggio preferito del libro?

La professoressa di matematica. È ispirato a una mia professoressa di fisica del biennio della scuola che frequentai e che ho deciso di far frequentare a Diana.
Sapendo chi è stata nella realtà quella professoressa senza nome del libro e ricordando davvero con tantissimo affetto le ore passate assieme anche fuori dalla scuola, i suoi consigli per le mie prime opere letterarie in teatro, e le sue bacchettate per un gergo scurrile nelle mie drammaturgie fatico a non commuovermi. Spero, con le mie poche righe di questo romanzo, di averla ritratta come avrebbe voluto. La immagino nelle scene del libro sgambettare dietro la protagonista, reggendo la sua montagna di libri sotto il braccio, sgridandola come avrebbe fatto una mamma premurosa, ma intransigente.

6. Cosa pensi che potrebbe piacere ai lettori de La ragazza della musica?

Sopra ogni cosa vorrei che piacesse la sua morale, il suo significato profondo, ma penso proprio che potrà piacere questa idea diversa di un libro dove le parole scritte non sono solo il tramite per scoprire una storia, ma anche e soprattutto la storia stessa; una condizione in cui il libro è parte della storia in esso narrata. 

7. Qual è il momento della giornata in cui preferisci scrivere?

Non ho preferenze. Scrivo con a due metri il televisore acceso sui cartoni animati di mio figlio quando è casa da scuola e anche quando sono solo in casa il mattino. Ho una scaletta del lavoro da fare e incasello dove posso la scrittura. Per questioni di impegni difficilmente riesco a mettermi davanti ai tasti al pomeriggio o alla sera, ma capita. Per le ricerche preferisco però la mattina. La luce piena mi aiuta quando devo decifrare, per qualche romanzo storico, dei documenti che hanno qualche secolo, poi la notte gli archivi storici non mi aprono. 

8. L'ultimo libro o scrittore letto che ti ha segnato.

Se deve essere solo uno dico Sergej Luk’Janencko. Purtroppo hanno tradotto poco di suo in lingue che riesco a leggere e il russo non è tra queste. Ho letto tutto quello che ho trovato di suo e mi sono anche guardato i due film tratti dai suoi primi romanzi.
Boris, se ci leggi, fai pressione al tuo agente perché ti traducano tutto quello che hai scritto, un lettore garantito c’è!
Per la quantità di roba che leggo per studio, ricerca e diletto ce ne sarebbero davvero molti di più.

9. Vorresti dare un consiglio agli aspiranti scrittori?

Nel mondo della letteratura sono ancora il signor nessuno e dare consigli forse non è il caso del tutto. Una cosa però la ribadisco: leggete e studiate tanto perché non potrete mai scrivere bene di qualcosa che non conoscete bene e quando potete usate tutti i vostri sensi. Spesso nei libri si legge un “vide” un “osservò”, ma pochi sono quelli che usano i sensi diversi dalla vista. Perché non usare il gusto? Forse, per una scena di un crimine in cui si scopre un cadavere lasciato da giorni, descrivere la scena che si vede è di meno impatto che descrivere l’odore che si sente.  
E questo è solo un esempio. È difficile, bisogna essere bravi per fare una cosa così al primo colpo, ma tentar non nuoce, al massimo cancellate, studiate, vi immedesimate un poco di più, e riscrivete. 

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