Moon Circus
19:33
Aveva conosciuto mio padre ad una festa della cittĆ . Lui era un uomo di parola, quello che aveva cercato di insegnarmi era di non corteggiare una fanciulla se non avevo intenzione di sposarla.
Le buone intenzioni c'erano, ma di fatto lasciĆ² la mamma ad allevarmi da sola in una fredda notte d'inverno, quando si spensero insieme a lui tutte le idee di antico onore morale.
Ma Clelia era sempre stata una donna forte, e ad aiutarla c'erano le due famiglie al completo. Tra zie ammattite e due nonni burberi, mi avevano regalato dei magnifici ricordi che terrĆ² per sempre tra i piĆ¹ cari.
A volte era proprio a questo che pensavo quando ero stremato da ore di allenamenti che ci facevano fare per prepararci all'assenza di gravitĆ lunare. D'altra parte i ricordi sono proprio quella stanza della nostra mente, dove possiamo sbottonare la giacca e isolarci dal mondo esterno sentendoci beati e compresi sotto il tiepido sole della memoria.
Il giorno della partenza invece ĆØ uno di quelli che il mio cervello butterĆ presto nel sacco nero della spazzatura.
I miei amici erano venuti a salutarmi, chi con le lacrime agli occhi, chi con una malcelata invidia, chi con la sincera felicitĆ di liberarsi di me per un po' e chi con un pensierino in mano.
<Questo ĆØ per te> Emy, la mia storica amica mi sorrideva tendendomi un pacchetto arancione.
<Cos'ĆØ? Te l'avevo detto che non c'ĆØ posto per le cianfrusaglie sul razzo>
<Ti servirĆ e allora non potrai piĆ¹ ringraziarmi, quindi vedi di farlo ora!>
<Un cilindro! SpunterĆ il coniglio da un momento all'altro?>
<E' per i tuoi spettacoli, Nic> Il suo sguardo era impagabile, mi sarebbe mancata.
<Grazie Emy>
<Non tornare senza un pezzo di Luna per me>, disse in un abbraccio.
C'erano davvero tutti, dai compagni di scuola con cui avevo scambiato le figurine, ai vicini di casa che mi avevano visto esibire tante volte sul monociclo, c'era persino il sindaco della cittĆ , orgoglioso come un gallo di sponsorizzare l'evento.
Nessuno sapeva come sarebbe finita, ma per la maggior parte eravamo dei matti che probabilmente non avrebbero piĆ¹ fatto ritorno a casa.
Era stata la curiositĆ a spingere le donne a lasciare il bucato da lavare e la cena da preparare e venire a vedere come il razzo che conteneva un intero circo, con tanto di animali e tendone, veniva lanciato sulla Luna.
Per me le cose stavano diversamente, come potevo tranquillizzare Clelia, che piangeva da giorni dimenticandosi persino del suo orto e allo stesso tempo mantenere la luciditĆ necessaria per partire alla volta della tanto agognata sfera lunare?
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2 commenti
E' proprio bello leggere delle tue avventure...
RispondiEliminaaspetto con ansia il terzo episodio...
Grazie mille, spero che ti affezionerai a Nic quanto me :-) a presto e buona giornata!
RispondiEliminaFai sapere la tua! Sempre nel rispetto di tutti.