Maggio dei Libri 2020 - Pedaliamo fin lì, poi si vedrà

08:00


Maggio dei Libri 2020 - 
Pedaliamo fin lì, poi si vedrà 
di Matteo Del Dan - 
Intervista all'autore

Nono appuntamento con il Maggio dei Libri 2020.
Oggi vi presento un diario di viaggio di un ragazzo che ha percorso l'Italia in bici con un amico.
Pedaliamo fin lì, poi si vedrà è scritto da Matteo Del Dan e auto-pubblicato nel 2020.



Trama del libro

"38 anni in due, due ruote a testa ed uno stivale da percorrere in tutta la sua lunghezza, pedalata dopo pedalata...
L'idea di un insolito viaggio per festeggiare la maturità prende corpo quasi per caso e si concretizza in una mattina di agosto in cui, caricate le sacche delle rispettive biciclette, Matteo e Francesco partono da Cargnacco, frazione in provincia di Udine, con l'ambizioso progetto di raggiungere la Puglia pedalando lungo la costa adriatica e risalendo per quella tirrenica.
Tappa dopo tappa, chilometro dopo chilometro, il diario di questo singolare giro d'Italia parla di amicizia, di entusiasmo e determinazione, di voglia di mettersi in gioco, di ricerca dell'essenziale, di incontri, di ospitalità, delle mille sfumature di un Paese che si svela a chi sa prendersi il tempo di conoscerlo percorrendolo al ritmo del proprio respiro."

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1. Come hai avuto l'idea di scrivere "Pedaliamo fin lì, poi si vedrà"?

Possiamo dire che l'idea si sia evoluta un po' alla volta, tutto è nato perché durante il viaggio ho tenuto un sintetico diario in cui la sera cercavo di raccogliere in poche righe il riassunto della giornata (meteo, orari, tappe principali, emozioni ecc). Una volta tornato a casa il diario è rimasto nel cassetto per un po' finché non ho sentito il desiderio di metterlo in bella sul PC e così è nato il libro-diario.
Solo dopo un paio di anni dalla fine della stesura ho deciso di pubblicarlo, dopo che i pochi che avevano letto la bozza erano rimasti entusiasti e dopo che un mio amico si è offerto di aiutarmi nella pubblicazione.

2. Quali difficoltà hai superato durante la stesura del libro?

Durante la stesura non ci sono state grosse difficoltà, con l'aiuto del diario di viaggio e delle foto i ricordi sono riaffiorati abbastanza spontaneamente. Se c'era qualche passaggio che ricordavo meno nitidamente potevo contare su Francesco, il compagno di viaggio, che mi rinfrescava la memoria. Lo scoglio più grande è stata la pubblicazione perché, essendo il primo libro, non sapevo a chi rivolgermi e vedevo la cosa come lontana e difficile. Fortunatamente poi Daniele, un mio amico, si è preso il compito di aiutarmi e ha studiato la procedura per pubblicare tramite Amazon.

3. Cosa ha significato per te la pubblicazione del tuo libro?

Pubblicare questo diario è per me la ciliegina sulla torta di quell'avventura che è iniziata diversi anni fa quando io e Francesco abbiamo iniziato a sognare il viaggio che alla fine abbiamo realizzato.

4. Dov'è ambientata la storia e in quale epoca?

Il diario parla dell'estate del 2015, periodo immediatamente successivo agli esami di maturità. Contesto in cui io e Francesco, pronti ad affrontare le nuove sfide della vita (scelta del corso di laurea  e ingresso nel mondo universitario ad esempio), abbiamo sentito il bisogno di metterci in gioco in qualcosa che non sapevamo se saremmo riuscire a realizzare davvero. Il racconto è ambientato in 14 regioni italiane, quelle toccate durante il viaggio.

5. Qual è il tuo "personaggio" preferito incontrato in questo viaggio?

Ce ne sono diversi che hanno reso questo viaggio speciale. Forse il mio preferito è un ciclista incontrato nella zona di Ancona, uno di quelli con l'attrezzatura super tecnica e la bici leggerissima, che ci ha superati durante un'impegnativa salita, che noi stavamo faticosamente affrontando con i nostri 40 kg di bagagli e bici. Arrivati in cima l'abbiamo trovato lì che ci aspettava. Ha iniziato a chiederci, incredulo, ogni dettaglio del nostro viaggio, probabilmente colpito anche dalla nostra giovane età. Quando arriva il momento di prendere a pedalare si offre di accompagnarci per qualche chilometro, e dice che ci starà dietro perché, parole sue: "Io abito a pochi km da qui, dopo quello che avete fatto sono io che devo stare dietro a voi".

6. Cosa pensi che potrebbe piacere ai lettori "Pedaliamo fin lì, poi si vedrà"?

Ascoltando un po' anche i primi pareri di coloro che l'hanno letto credo che il libro piaccia intanto perché è una storia vera e di due ragazzi comuni, quindi chiunque si può immedesimare nei protagonisti e in qualche modo sentirsi parte del viaggio. Si tratta di un libro che si legge velocemente e che, essendo nato come diario, racconta un'avventura in modo schietto e genuino. Un mio amico mi ha scritto: "Sembrava di essere lì con voi o comunque di essere a bere una birra assieme e ascoltarti mentre racconti l'avventura". Nel libro poi raccontando il viaggio, racconto inevitabilmente dell'Italia, dal Friuli alla Puglia, dalla Campania alla Liguria, ed è un aspetto che può creare curiosità, oltre che far sorridere.

7. Qual è il momento della giornata in cui preferisci scrivere?

Dato che devo incastrare la scrittura tra gli altri impegni devo adattarmi al tempo che ho a disposizione. Quando ho scritto il libro ero studente universitario quindi scrivevo prevalentemente la sera dopo aver studiato. Adesso sto mettendo giù il diario del secondo viaggio e lo faccio quando non sono impegnato a lavoro. Mi sto trovando bene a scrivere di mattina presto.

8. L'ultimo libro o scrittore letto che ti ha segnato.

I libri che più mi hanno appassionati sono stati quelli di Ken Follett, l'ultimo che ho letto è stato "Un luogo chiamato libertà" e mi è piaciuto molto. Credo che sia tra gli autori che più ha influenzato il mio stile di scrittura insieme a Baden Powell con il suo "La mia vita come un'avventura"

9. Vorresti dare un consiglio agli aspiranti scrittori?

Direi che il consiglio che posso dare è di non farsi bloccare dalla paura che magari il proprio libro possa non piacere o dallo scoglio di non sapere come pubblicare. Dare vita ad un libro, lasciando la propria impronta indelebile su dei fogli di carta è innanzitutto una soddisfazione personale a cui non bisognerebbe rinunciare se si ha qualcosa che si vuole raccontare.

L'autore del libro mi ha indicato una bella canzone come colonna sonora  del suo diario di viaggio. Magari puoi ascoltarla mentre lo leggi. Eccola qui:


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